L’articolo sviluppa un’indagine comparatistica sui reati sessuali e perviene al riscontro di una significativa tendenza internazionale al superamento del modello coercitivo tradizionale basato su violenza e minaccia, in favore di incriminazioni incentrate semplicemente su profili di consenso della vittima. L’Autore analizza i due modelli principali di disciplina penale basata sul consenso, «no means no» e «(only) yes means yes», esprimendo preferenza per il primo, e spiega perché anche la colpa grave, in alternativa al dolo, possa rappresentare un criterio di colpevolezza adeguato a bilanciare gli interessi in gioco
SOMMARIO 1. I limiti di una disciplina dei reati sessuali basata su violenza e minaccia. – 2. «La Manada»: la recente casistica spagnola e il relativo contributo al dibattito sulla qualificazione giuridica del fatto. – 3. Quale modello di incriminazione basato sul consenso? Le principali alternative: «no means no»; «(only) yes means yes». – 4. L’opportunità di punire un errore colposo sul consenso: la convergenza di alcune indicazioni comparatistiche in favore della colpa grave. – 5. Extrema ratio e proporzione sanzionatoria.
Il contributo è pubblicato sul v. 25, 10 (2020), della Revista de direito brasileira.