Il testo, corredato delle note, riproduce l’intervento al Convegno “Un “penale” senza “diritto”. Rimeditando Stanley Kubrick”, tenutosi all’Università di Firenze, il 29 febbraio 2024.
Il contributo è in corso di pubblicazione nel prossimo volume di Criminalia, ed è soggetto ai criteri di peer review ed alle esclusioni dal sistema di valutazione della Rivista.
ABSTRACT
C’è una differenza formidabile tra la neutralizzazione della pericolosità del reo e la sua rieducazione. La prima può anche tradursi nella legittimazione di sanzioni penali disumane e degradanti; la seconda non implica necessariamente il ricorso alla pena, ma piuttosto a strumenti migliorativi delle condizioni di vita del reo. Dinanzi all’attuale tendenza a prediligere una pena crudele, ci si chiede se sia possibile neutralizzare la pericolosità sociale senza con ciò violare la libertà di coscienza dei condannati. La riflessione prende le mosse dalla distopia di Kubrick, rappresentazione perfetta dell’irruzione della violenza nella libertà.
PAROLE CHIAVE
Pena – Rieducazione – Pericolosità sociale – Prevenzione speciale
Penality wihtout law. Some notes on A Clockwork Orange by Stanley Kubrick
ABSTRACT
There is a significant distinction between neutralizing the dangerousness of an offender and facilitating their re-education. The former may lead to the imposition of inhumane penalties, while the latter may necessitate instruments to enhance the offenders’ living conditions. Confronted with the prevailing inclination towards harsh punishment, the question arises: is it feasible to neutralize social dangerousness without encroaching upon the convicts’ freedom of conscience? This reflection is rooted in Kubrick’s dystopian vision, which offers us an exemplary portrayal of the eruption of violence within liberty.
KEYWORDS
Punishment – Rehabilitation – Social dangerousness – Special prevention