SOMMARIO 1. Interruzione di trattamenti salvavita e aiuto al suicidio. — 2. Aporie di rilievo co-stituzionale, e vocazione estensiva, di un (supposto) «diritto» a morire rapidamente. — 3. Lo «strappo» rappresentato dall’ammissibilità giuridica di relazioni «per la morte»: un obiettivo davvero perseguibile attraverso una pronuncia della Corte costituzionale (e davvero perseguito con l’ordinanza in oggetto)? — 4. L’insidia di «spinte» verso l’avallo parlamentare. — 5. Ruolo del Parlamento e ruolo della Corte costituzionale: sulla prospettabilità di un dialogo paritario, alla luce del punto di equilibrio raggiunto con la legge n. 219/2017.
Il contributo è in corso di pubblicazione in Rivista italiana di medicina legale e del diritto in campo sanitario.