Scivolando oltre il sostegno vitale: gli instabili confini del divieto penale in seguito alle pronunce della Corte costituzionale sul fine vita

Lorenzo Cassi

Articolo

SOMMARIO   1. Fine vita: antico dilemma, rinnovata urgenza. – 2. Indisponibilità e disponibilità della vita nella tradizione penalistica. – 3. I “salti carpiati” della tutela paternalistica, dalle pronunce di costituzionalità italiane alla sentenza Carter canadese. – 4. Il controverso requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale. Un oscuro confine per l’autodeterminazione a morire. – 5. Scivolando oltre il sostegno vitale, verso una più ampia dignità nel morire. La corrente sfociata nella sentenza n. 135 del 2024. – 6. La sentenza n. 66 del 2025. Una sostanziale riconferma, non senza accenni evocativi. – 7. Suggestioni conclusive. Liberi dall’incombere di una morte “prossima”?

Abstract:

Il dilemma eutanasico alimenta una querelle antica quanto il pensiero umano, dilaniata dalle profonde contraddizioni – non solo giuridiche – intrinseche all’atto suicidario, le quali incontrano in diritto lo schermo del divieto penale, ed in specie l’art. 580 c.p. che punisce l’aiuto al suicidio. Eppure, con l’evolvere della medicina, nuove figure dolorosamente sospese tra vita e morte mettono in crisi la tralatizia impostazione repressiva, riuscendo a rivendicare uno spazio di libertà e dignità nei momenti finali: così nella storica sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale. Lungi tuttavia dall’aver ricevuto pieno adito, le istanze riformatrici continuano inquiete a denunciare discriminazioni incostituzionali nell’assetto vigente, ed in particolare nel controverso requisito dei “trattamenti di sostegno vitale”, portando dapprima alla pronuncia n. 135 del 2024 e poi alla recentissima n. 66 del 2025. Nell’inadempiente silenzio del Legislatore, e tra gli oscuri passaggi della Corte a difesa della propria fragile soluzione, il giurista non può che continuare a interrogarsi, con sguardo internazionale, per comprendere se i principi ordinamentali volgano oltre la stringente previsione del sostegno vitale, verso una maggiore attenzione per la sofferenza, per la malattia e per la “prossimità di morte”.

Parole chiave:

Fine vita – Suicidio assistito – Trattamenti di sostegno vitale – Autodeterminazione – Dignità – Tutela della vita – Diritto penale


Title, abstract, keywords

Title:

Slipping beyond life support: the unstable boundaries of criminal prohibition following the constitutional Court’s decisions on end-of-life issues

Abstract:

The euthanasia dilemma fuels a dispute as ancient as human thought, torn by the profound contradictions – not only juridical ones – intrinsic to the suicidal act, which encounter, in law, the shield of penal prohibition and, specifically, Article 580 of the Criminal Code, punishing assistance to suicide. Yet, with the evolution of medicine, new figures painfully suspended between life and death put in crisis the traditional repressive approach, succeeding in claiming a space of freedom and dignity in final moments: thus in the landmark Constitutional Court judgement no. 242 of 2019. However, far from having received full endorsement, the reformist appeals continue restlessly to denounce unconstitutional discriminations in the existing system, and in particular in the controversial requirement of “life-sustaining treatments”, leading first to decision no. 135 of 2024 and then to the latest no. 66 of 2025. In the defaulting silence of the Legislator, and among the obscure passages by the Court in defense of its own fragile solution, the jurist can only continue to question himself, with an international gaze, to understand whether the ordering principles are turning beyond the stringent provision of vital support, towards a greater attention for the suffering, the desease and the “proximity of death”.

Keywords:

End of Life – Assisted suicide – Life-sustaining treatments – Self-determination – Dignity – Protection of Life – Criminal law