Legge e interpretazione nel ‘sistema’ di Dei delitti e delle pene

Vincenzo Maiello

Articolo

Scritto destinato agli Studi in onore di Lucio Monaco.

ABSTRACT

Ad oltre duecentocinquant’anni dalla sua pubblicazione, Dei delitti e delle pene ci appare ancora un’opera seminale che continua ad interrogare i fondamenti e le funzioni del più terribile dei poteri pubblici.
L’importanza dell’opuscolo sta nel fatto di rappresentare un primo, embrionale programma di politica criminale orientato alla minimizzazione del diritto penale e discendente dalla centralità riconosciuta ai diritti naturali della persona.
Funzionale a questa prospettiva è l’edificazione di un sistema fondato sulla legge, qualificata dai caratteri di chiarezza e precisione e dalla dannosità sociale delle condotte vietate, e sul divieto di interpretazione, inteso quale divieto per il giudice di corrompere i limiti della decisione politica del sovrano.
Il lavoro analizza il senso e la portata dei concetti di legge e interpretazione emergenti dal libriccino, evidenziandone la coerenza con l’imprinting del progetto beccariano derivato dall’origine contrattualistica dello Stato e dal carattere limitato del potere di punire.
Si tratta di un’impostazione che, in un tempo di crisi della legge e di straripamento dell’interpretazione, esprime uno spirito che chiede di essere recuperato in una moderna lotta per il diritto.

SOMMARIO   1. Dei delitti e delle pene e il suo valore di ‘primo inizio’. — 2. La matrice contrattualistica della sovranità quale legittimazione della tutela delle libertà fondata sulla legge. — 3. Il ‘contesto’ della posizione beccariana sulla legge e l’interpretazione. — 3.1. L’origine della sovranità. — 3.2. L’origine del potere di punire. — 3.2.1. L’extrema ratio del diritto penale: l’immanenza non dichiarata. — 3.2.2. Il principio di proporzione. — 4. “Solo le leggi posson decretar le pene su i delitti”: alle origini della riserva di legge. — 4.1. Il principio di legalità: ovvero la divisione di competenze tra sovrano e giudice. — 4.2. Il carattere testuale della legge penale. — 5. Il tema dell’interpretazione.

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Law and interpretation in the On Crimes and Punishments ‘system’

For Studies in honor of Lucio Monaco.

ABSTRACT

More than two hundred and fifty years after its publication, On Crimes and Punishments still appears as a seminal book still questioning the fundamentals and functions of the most terrible public authority.
The importance of the pamphlet is that it represents a first, embryonic criminal policy program oriented towards the minimisation of criminal law, coming out from the recognised centrality of the natural rights. In this perspective it is build up a system based on the law, qualified by clarity and precision and by the harmful principle, with no interpretation, meant as a prohibition for the judge to corrupt the limits of the sovereign’s criminal policies.
The work analyses the meaning and scope of the concepts of law and interpretation coming out from the booklet, highlighting their consistency with the imprinting of the Beccaria’s project derived from the contractual origin of the State and the limited nature of the power to punish.
It is an approach that, in time of crisis of the law and overflow of interpretation, expresses a spirit which needs to be recovered in a modern struggle for the law.

SUMMARY   1. On Crimes and Punishments and its worth of ‘first beginning’. — 2. The contractual origin of the sovereignty as a source of legitimation for a law-based protection of rights. — 3. The “background” of Beccaria’s thoughts on law and interpretation. — 3.1. The origin of sovereignty. — 3.2. The origin of the power to punish. — 3.2.1. The extrema ratio of criminal law: the unstated immanence. —  3.2.2. The proportionality principle. — 4. “Only the law may decree punishment for crimes”: the origin of the rule of law. — 4.1. The nullum crimen principle: i.e. the separation of powers between the sovereign and the judge. —  4.2. The textual dimension of criminal law. —  5. The topic of interpretation.