SOMMARIO 1. Il dibattito sulle funzionalità e sulle disfunzionalità delle pene detentive brevi: prospettive storiche e comparatistiche. – 2. La risposta della legge n. 689 del 1981 e la sua progressiva ineffettività applicativa. – 3. La riforma Cartabia e le nuove “pene” sostitutive: ratio e disciplina. – 4. Pene sostitutive e discrezionalità del giudice nell’eterna tensione tra funzione rieducativa della pena ed esigenze di difesa sociale. – 5. La c.d. “udienza di sentencing” dell’art. 545-bis c.p.p.: prospettive di innesto del modello bifasico statunitense nel sistema processuale italiano. – 6. I rapporti tra le pene sostitutive, la sospensione condizionale della pena ed il “dimenticato” affidamento in prova al servizio sociale. – 7. Rilievi conclusivi.
Abstract:
Il contributo si pone l’obiettivo di analizzare le inefficienze strutturali e le resistenze politiche e culturali alla base dell’introduzione del nuovo sistema delle pene sostitutive ad opera della c.d. riforma Cartabia. Dopo aver vagliato i diversi fattori che – tanto sul piano storico, quanto su quello comparatistico – più hanno inciso sulla decisione politica di introdurre le sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi con legge n. 689/1981 e la progressiva ineffettività applicativa della legge medesima, l’elaborato si concentra sulla disciplina delle pene sostitutive. In primo luogo, vengono messe in evidenza le ragioni per cui la riforma ha rappresentato una vera e propria rivoluzione copernicana. Tuttavia, dall’altra parte vengono evidenziati i limiti fisiologici della novella e i numerosi campanelli d’allarme che fanno presagire le difficoltà applicative alle quali andranno incontro le nuove pene sostitutive. Siamo ancora lontani dall’uscita dal “disordine sanzionatorio” ma, nonostante le sue criticità, la riforma ha rimarcato comunque la necessità di recuperare la funzione rieducativa della pena, quale offerta statale di aiuto in chiave solidaristica, e l’esigenza di abbandonare l’idea del carcere come “discarica sociale”.
Parole chiave:
Pene sostitutive delle pene detentive brevi – Riforma Cartabia – Ratio e disciplina – Potere discrezionale del giudice – Nuova udienza c.d. di sentencing – Giudizio prognostico – Resistenze culturali e inefficienze strutturali
Title:
New substitutive punishments: structural inefficiencies and cultural resistance
Abstract:
The contribution aims at analysing the structural inefficiencies and the political and cultural resistance behind the introduction of the new system of substitutive punishments by the so-called Cartabia reform. Firstly, the paper will run through the various factors that – both historically and comparatively – most affected the political decision to introduce the substitutive penalties for short custodial sentences by Law No. 689/1981 and the reasons why previous remedies were found to be ineffectual. Subsequently, special attention will be paid to the current alternative punishments regulation, that represents a Copernican revolution. However, it shows physiological limits and numerous alarm bells that seem to presage enforcement difficulties.. We are still a long way from exiting the ‘sanctioning disorder’ but, despite its critical aspects, the reform has nevertheless emphasised the need to recover the re-educative function of punishment, as a state offer of help in a solidaristic key, and the need to abandon the idea of prison as a ‘social dumping ground’.
Keywords:
Substitutive penalties for short prison sentences – Cartabia Reform – Judicial discretion – Prognostic judgement