Il lavoro riproduce l’intervento svolto all’incontro di studio La struttura della motivazione penale e il valore del precedente, svoltosi a Roma dall’1 al 3 ottobre 2012.
SOMMARIO 1. La duplice angolazione della giurisprudenza di legittimità. − 2. Il carattere discrezionale, nel nostro ordinamento, delle fonti di cognizione del diritto giurisprudenziale e le peculiari funzioni “normative” attribuite all’Ufficio del Massimario. – 3. Tre ipocrisie, da superare, in materia di massimazione. – 3.1. Il supposto carattere tecnico dei compiti attribuiti all’Ufficio del Massimario. – 3.2. L’ipotetico ruolo di supplenza della pubblicistica giuridica. – 3.3. L’astratta funzione mnemonica delle massime. – 4. I criteri di selezione delle sentenze da massimare nel Decreto del Primo Presidente della Cassazione del 4 marzo 2011. – 5. I criteri di individuazione e di redazione delle massime nel Decreto Lupo. – 6. Taluni inconvenienti della “massima-principio” rispetto alla “massima-argomento”. − 7. Taluni inconvenienti della concretezza e specificità delle massime. – 8. Due brevi chiarimenti conclusivi.
Il contributo è già stato pubblicato in Criminalia (2012).