La responsabilità esclusiva del lavoratore per il proprio infortunio. Studio sulla tipicità passiva nel reato colposo

Dario Micheletti

Articolo

SOMMARIO   1. La sovversione del principio di sussidiarietà nell’accertamento della responsabilità penale per l’infortunio del lavoratore imprudente. – 2. Le ragioni di oscuramento del ruolo della vittima nel diritto penale. – 2.1. La vittima inghiottita dal bene giuridico. – 2.2. La mancata elaborazione di una “tipicità passiva” nella cultura penalistica. – 3. La valorizzazione del comportamento della vittima nel diritto del lavoro. – 3.1. La colpa grave del lavoratore nel sistema dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni. – 3.2. La maggiore selettività della responsabilità contrattuale derivante dall’art. 2087 c.c. – 3.3. Il “rischio elettivo” quale causa di esclusione della “occasione di lavoro”. – 4. L’interpretatio abrogans dell’art. 41, comma 2, c.p. quale mero riflesso dell’assenza di colpa del garante. – 5. Le carenze del giudizio di prevedibilità quale criterio di riconoscimento del comportamento abnorme del lavoratore. – 5.1. L’oscuramento del ruolo della vittima mediante l’eliminazione dell’Anlass. – 5.2. L’oscuramento del ruolo della vittima tramite la manipolazione dell’evento. – 6. Premessa a una più selettiva impostazione diagnostica. – 6.1. La tipicità passiva nella colpa relazionale. – 6.2. Il criterio della competenza. – 6.3. L’imprudenza della vittima quale fattore di atipicità dell’evento.

Il contributo è già stato pubblicato in Criminalia (2014).


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