SOMMARIO 1. Bilanciamento degli interessi in conflitto e determinazione del raggio di tutela. — 1.1. La regolazione amministrativa quale prius logico della tutela penale. — 1.2. Bilanciamenti in conflitto. — 2. Il rapporto tra livello di accessorietà-dipendenza dal diritto amministrativo e grado di certezza-prevedibilità del diritto penale dell’ambiente: tre paradigmi. — 3. Il modello contravvenzionale: la tutela di funzioni amministrative. — 3.1. I limiti del paradigma contravvenzionale. — 4. Il modello penalistico ‘puro’: la tutela sostanziale dell’ambiente, a prescindere da previe valutazioni deontico-normative. — 4.1. L’applicazione di fattispecie delittuose a presidio dell’incolumità pubblica quale presupposto del sindacato giudiziale in malam partem sulla legittimità e adeguatezza dei provvedimenti autorizzatori. — 4.1.1. Due casi emblematici. — 4.2. I riflessi a livello istituzionale e sul piano delle garanzie. — 5. Il modello ‘parzialmente sanzionatorio’: i c.d. eco-delitti. — 5.1. Il ruolo cruciale delle clausole di illiceità speciale. Il nesso tra abusività della condotta e confini del rischio consentito. — 5.2. La tesi incline a svalutare la funzione discretiva delle clausole di illiceità speciale. — 5.3. Le implicazioni delle due opzioni interpretative. — 6. Il sindacato giudiziale sulle scelte operate dal legislatore e dalla P.A. tra istanze di tutela ed esigenze di certezza/prevedibilità. — 7. La ricerca di possibili rimedi: delimitazione del campo d’indagine. — 7.1. Le soluzioni virtuose elaborate in dottrina e quelle adottate in altri ordinamenti. — 8. «Ubi jus incertum, ibi jus nullum». Il bilanciamento di interessi ex post facto quale indice della condizione recessiva della garanzia di certezza del diritto.
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