testi ed ipertesti

Sussidiario di diritto penale
Parte speciale
a cura di F. Giunta

Capitolo XV | La tutela della vita

di Fausto Giunta

 

1. La struttura causale delle fattispecie di omicidio

 

 L’omicidio, delitto tra i più gravi, è tipizzato con un enunciato normativo di rara brevità. Per l’art. 575 c.p. commette tale reato “Chiunque cagiona la morte di un uomo”. Di poco più lungo è l’art. 589 c.p., che punisce “Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona”.

 Come in tutti i reati causalmente orientati, anche nell’omicidio la tipicità della condotta sta e cade con la sua efficacia a produrre l’evento, ossia la morte del soggetto passivo. Siamo in presenza, dunque, di un’eccezione alla regola secondo cui il reato è un illecito caratterizzato dalla modalità della condotta.   

 La preferenza per questa tecnica normativa si spiega con la necessità di evitare lacune di tutela, che nel caso di specie, data l’importanza del bene giuridico, non sarebbero giustificabili. 

 Il carattere “aperto” della causalità comporta una qual certa flessione dello standard di determinatezza della fattispecie. Ciò non significa aprire all’intuizionismo giudiziale. È ben vero il contrario: l’affermazione processuale della causalità deve soddisfare il principio della certezza razionale e della prova “oltre ogni ragionevole dubbio”. Solo la scrupolosa osservanza di questa regola di giudizio può garantire in concreto quella chiusura del tipo.   

 

100 di 207


Sommario