Intercettazioni “a strascico” e garanzie costituzionali, alla luce delle recenti riforme

Claudia Larinni

Articolo

SOMMARIO   1. Introduzione. — 2. L’art. 15 Cost.: l’inviolabilità della libertà di comunicazione e la riserva di legge e di giurisdizione. — 3. Il testo originario dell’art. 270 c.p.p. e il dibattito giurisprudenziale circa la nozione di “diverso procedimento”.  — 4. Le modifiche apportate dalla riforma Orlando (d.lgs. n. 216/2017). — 5. L’“argine” innalzato dalle Unite Cavallo rispetto alle intercettazioni “a strascico” (Cass., Sez. Un., n. 51/2019). — 5.1. La definizione della nozione di “procedimento diverso”. — 5.2. L’operatività dei limiti di ammissibilità ex art. 266 c.p.p. — 6. Le novità introdotte dalla recente riforma (d.l. n. 161/2019, conv. in l. n. 7/2020). — 6.1. L’ampliamento dell’utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni operate con captatore informatico (art. 270, c. 1-bis c.p.p.). — 6.2. La riduzione dell’ambito applicativo del divieto di utilizzazione ex art. 270, c. 1 c.p.p. — 7. L’“approdo” dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale: l’attuale perimetro dell’utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni. — 8. Rilievi conclusivi: la limitazione dei diritti individuali come eccezione.

Il contributo è destinato alla pubblicazione nel prossimo volume di Criminalia ed è soggetto ai criteri di peer review ed alle esclusioni dal sistema di valutazione della Rivista.

Il contributo è ora consultabile in Criminalia (2020).