Il ruolo attribuito alla vittima del reato dalla normativa processuale italiana in rapporto a quello ad essa spettante innanzi alle corti penali internazionali

Pierpaolo Rivello

Articolo

SOMMARIO   1. La progressiva rivalutazione della posizione della vittima nell’ambito del processo penale. – 2. La necessità di revisione di talune impostazioni. – 3. La valenza della Direttiva 2012/29/UE. – 4. Analisi di alcuni interventi normativi adottati dal legislatore italiano ispirati a tale mutata consapevolezza. – 5. Il d.lgs. n. 212 del 2015. Considerazioni preliminari. – 6. Le modalità di assunzione delle dichiarazioni rese da soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità. – 7. L’assistenza linguistica a favore della persona offesa dal reato. – 8. Le ragioni dello scarso rilievo attribuito alle vittime del reato dal Tribunale militare internazionale di Norimberga e le soluzioni adottate al riguardo dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia e da quello per il Rwanda. – 9. Le Truth Commissions e il difficile percorso di “conciliazione” tra le vittime e i perpetratori dei crimini. – 10. La peculiare impostazione accolta in relazione ai procedimenti celebrati dal Tribunale speciale della Cambogia (ECCC, Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia) e dal Tribunale speciale per il Libano (STL, Special Tribunal for Lebanon). – 11. Le vittime del reato innanzi alla Corte penale internazionale nella regolamentazione del suo Statuto e in quella delle Rules of Procedure and Evidence. – 12. Le criticità e le carenze in ordine ad alcuni aspetti di particolare rilevanza. – 13. Le strutture organizzative finalizzate alla tutela delle vittime nell’ambito dell’ICC. – 14. Considerazioni conclusive.

Il contributo è già stato pubblicato in Criminalia (2016).