Il caso Taricco: un laboratorio dei futuri assetti del rapporto tra ordinamenti nazionali e sovranazionali tra ‘dialoghi’ e ‘monologhi’

Giuseppe Riccardi

Articolo

SOMMARIO   1. La Corte di Giustizia e il “giardino proibito”: Good-bye, Montesquieu? – 2. L’innesco del ‘dialogo’: le questioni di legittimità costituzionale. – 2.1. La valutazione dei presupposti della disapplicazione: una Kriminalpolitik im kleinen? – 2.2. Il contenuto della valutazione dei presupposti della disapplicazione e la dissoluzione dei confini tra Poteri dello Stato. – 3. L’ordinanza di rinvio pregiudiziale della Consulta: prove di “dialogo”. – 3.1. L’ordinanza ‘monito’ e lo spostamento del baricentro della produzione del diritto penale. – 3.2. La Corte costituzionale custode esclusiva dei ‘controlimiti’ – 4. Il ‘passo indietro’ della Corte di Giustizia: la sentenza Taricco-bis. – 4.1. Vero ‘dialogo’, o ‘monologhi’ camuffati? – 4.2. Le equazioni improprie: la ‘prevedibilità’ sta alla ‘irretroattività’ come la sentenza europea sta alla legge. – 4.3. Il principio di determinatezza nel dialogo diretto con il giudice nazionale: prove di controllo diffuso di costituzionalità? – 5. La Corte Costituzionale chiude la saga: la sentenza n. 115 del 2018. – 6. Il caso Taricco: un laboratorio dei futuri assetti del rapporto tra ordinamenti nazionali e sovranazionali. – 7. Il “dialogo tra Corti” tra mito e realtà. – 8. Apogèo o declino del diritto penale europeo? – 9. Poteri costituiti e poteri costituenti nella metamorfosi dei paradigmi.

Il contributo è già stato pubblicato in National judges and the case law of the Court of Justice of the European Union, a cura di A. M. Mancaleoni e E. Poillot, Roma, 2021.