SOMMARIO 1. Il lato oscuro del diritto dell’Unione europea. – 2. Diritto penale e Unione europea: lost in translation? – 1.1 Le molte fatiche del diritto penale europeo. – 1.2 Il controlimite come riparo dal giudice di scopo. – 3. Un errore di prospettiva: la minaccia dei controlimiti alle esigenze esistenziali e logiche dell’ordinamento UE. – 3.1 Il «dialogo come metodo»: fine di una retorica ed inizio di una pratica ordinamentale attenta alle necessità esistenziali degli ordinamenti coinvolti. – 3.2 Un approccio opposto rispetto ai conflitti interordinamentali: il Bundesverfassungericht dai monologhi alle minacce fino all’azione di “disintegrazione” del primato. – 3.3 L’occasione di creare un rapporto organico e istituzionale di risoluzione delle controversie “identitarie” tra gli ordinamenti tramite la doppia pregiudizialità. – 4. Il lato nascosto dei controlimiti e la conseguente inerzia dei legislatori rispetto alle cause del conflitto interordinamentale. – 5. Come superare la visione europea della minaccia di pena in qualcosa che somigli al diritto penale. – 5.1 L’ordinamento giuridico euro-unitario e il giudice costituzionale nazionale come riparo dal giudice di scopo. – 5.2 Le responsabilità e le possibilità degli organi politici nazionali per la costruzione di uno statuto garantistico dell’Unione europea. – 6. Conclusioni.